Gli ostelli non sono più quelli di una volta. Ora sono luoghi in cui soggiornare è confortevole e sicuro, e non hanno nulla da invidiare agli hotel di lusso.
Chiudi gli occhi e immagina un ostello: ti vengono in mente camerate disadorne, piene di brande cigolanti e un ambiente freddo, umido, che somiglia vagamente a una caserma?
Uh che brutta immagine. Dobbiamo assolutamente rimediare: per farlo probabilmente sarà necessario resettare la tua memoria e sostituire i vecchi ricordi con una nuova immagine. Perché per noi Ostello fa rima con Bello.
Ostello Bello nasce in un momento di svolta per questa industry: era necessario allontanarsi dalla vecchia idea di ostello e per farlo bisognava innanzitutto fare un extreme makeover a livello estetico e soprattutto riuscire a comunicare questa nuova rotta, liberando gli ostelli da tutti i pregiudizi inattuali. Non a caso, Hostelworld ha ideato questa campagna pubblicitaria in cui Charlie Sheen, personaggio che si porta dietro non pochi pregiudizi, si diverte a ribaltarli uno per uno.
Certo, ognuno ha una propria idea di bello (e meno male, altrimenti vorremmo tutti quanti fidanzarci con la stessa persona!), ognuno interpreta questo concetto a modo suo. Per noi bello significa accogliente, caldo, confortevole. Qualcosa che ti fa sentire a casa. Per questo, quando abbiamo aperto il primo ostello in via Medici abbiamo scelto di arredarlo con materiali e mobili di recupero: tranne i letti – nuovissimi – e qualche arredo scelto o costruito ad hoc, tutti i tavoli, le sedie, le tazze, i soprammobili e gli sgabelli di OB Medici vengono direttamente dalle nostre case o da quelle dei nostri amici. In molti hanno messo un pezzettino di sé nella costruzione di quell’ambiente e siamo convinti che questo ci abbia dato una personalità che nemmeno i migliori designer d’interni ci avrebbero potuto conferire.
L’elemento veramente innovativo della più recente generazione di ostelli, infatti, quello che negli ultimi anni ha fatto crescere esponenzialmente l’interesse nei confronti di questa industry, è il fattore umano. In un’epoca così frammentaria e virtuale i luoghi in cui è promossa la connessione umana sono diventati molto preziosi. Un ostello, in fin dei conti, non è altro che un social network in real life, in cui per connettersi con il mondo basta una birra.
Quindi in fin dei conti non è soltanto l’estetica degli ostelli ad essere nettamente migliorata: il grosso del lavoro l’ha fatto averli resi luoghi aperti ai local, che un tempo mai si sarebbero sognati di andare a prendere un aperitivo o ascoltarsi un concerto in ostello. Ostello Bello in Via Medici è stato il primo esempio di come questo possa succedere addirittura a Milano, una città da sempre considerata “freddina”, per usare un eufemismo.
Negli ultimi anni Milano è diventata una metropoli in grado di concorrere con i grandi centri europei quanto a scelta culturale, apertura e possibilità. È in questo clima di progressiva accoglienza del nuovo, del diverso e del futuro che siamo cresciuti noi, che nel nostro piccolissimo, senza nemmeno metterci d’accordo, incarnavamo esattamente i valori a cui la nostra città iniziava ad aprirsi.
La crescita economica e turistica porta necessariamente a un incremento della richiesta, per cui anche il costo-base di un posto letto non è più economico come una volta. Vero, ma l’altro lato della medaglia è che scegliendo di soggiornare in un ostello nel 2020 non compri più soltanto quella fredda brandina, ma incluso nel prezzo hai un ventaglio di servizi e soprattutto di esperienze che nessun hotel di lusso è in grado di fornirti. Provare per credere.